Lo cunto de lu mare

18 09 2009

whipart_locandina

Imprevedibile. Mutevole. Affascinante. Da sempre studiato e pur sempre sconosciuto; travolgente, implacabile. Questo è il mare, così com’è l’arte. Le città portuali, e Napoli su tutte, possiedono un’essenza di acqua salata. E possono ben dirlo gli artisti che hanno esposto le proprie creazioni presso la Stazione Marittima di Calata Porta di Massa, nel porto di Napoli. “Lo cunto de lu mare” è la mostra organizzata dall’associazione culturale Onlus “Whipart”, alla sua seconda edizione, questa volta incentrata sulle “storie di viaggio”.

Sessantuno opere tra dipinti, sculture, fotografie e installazioni che i viaggiatori, nell’attesa di imbarcarsi, possono condividere con i partecipanti – non a caso, per la maggior parte di origine partenopea. «L’intento narrativo del mio quadro – mi spiega Giovanni Mangiacapra, uno dei pittori presenti al vernissage del 16 settembre, – sta nelle storie che il mare conserva. Raccoglie tragedie e, se pensiamo agli stranieri che tentano di arrivare clandestinamente in Italia, è un cimitero addirittura. Ma è anche l’unione di esperienze individuali e collettive». Di fatti “Racconti di mare” è il suo quadro, una pioggia astratta di colori dal centro tempestoso e dai margini che evocano la quiete precedente e successiva a una burrasca.. «Il mare raccoglie tanto ma può anche ribellarsi» mi avverte.

Racconti di mare - G. Mangiacapra

G. Mangiacapra - Racconti di mare

C’è molto da riflettere e Paolo Napolitano si allaccia subito ai miei pensieri con “Una porta sul mare”, una vera e propria porta sulla quale una chiave dipinta lascia intravedere i fondali oceanici e localizza il proprio fulcro nella mente umana. «Questa è una porta sulla vita: dal mare arriva tutto per noi, la cultura, le merci, le idee. Ci offre uno sviluppo illimitato ma non sappiamo sfruttarlo. Basta guardare a ciò che stava accadendo nelle acque di Capri il mese scorso». Come dargli torto? Il mare tollera le nostre ottusità. Intanto da un uscio socchiuso filtra un rivolo di colori nell’oscurità: è il “Mare nella stanza” di Lello Bavenni. «Il nero non è un colore, è un’assenza. L’assenza che è in noi». Così interpreta l’opera realizzata con uno svolgimento che alterna il lavoro a mano all’elaborazione digitale delle immagini.

B. Bruno - Viaggio

B. Bruno - Viaggio

Sperya - Onde

Sperya - Onde

Ancor più interessante lo studio preparatorio effettuato da Jeannette Rütsche, alias Sperya, per le sue stampe digitali su bandiere nautiche. L’artista fissa dei parametri che un software elabora secondo i canoni della geometria frattale. Così ottiene dei risultati frazionari (caratterizzati cioè da proprietà di autosimiglianza) irripetibili mentre l’effetto estetico è quello di “Oceano” e di “Onde”: il mondo naturale riflette l’insondabile interiorità degli uomini. Ma il viaggio non è solo un sogno, è anche una condizione esistenziale. Oppure una necessità spesso mortale, come Achille Cevoli e il suo “Acquario di stelle” testimoniano: una geniale installazione dedicata alle vittime che ogni giorno lasciano la vita nel Mediterraneo per gli interessi dei criminali e la scelleratezza dei politici.

A. Cevoli - Acquario di stelle

A. Cevoli - Acquario di stelle

“Lo cunto de lu mare – storie di viaggio” sarà un viaggio interiore da intraprendere tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 gratuitamente, fino alla serata di chiusura del 22 settembre. Si salpa dalla Stazione Marittima di Calata Porta di Massa, molo 18, porto di Napoli.

Eduardo Di Pietro